“La vita è troppo breve per bere vini mediocri”, ha scritto il grande J. W. Goethe. Luigi Veronelli era d’accordo: “L’uomo è nato per festeggiare la vita”.
Come si riconosce un vino buono da uno mediocre o, peggio ancora, cattivo? Si potrebbe rispondere che basta confrontare due o più vini, ma il confronto richiede analisi critica. Se esistono vini cattivi è perché i consumatori sono poco attenti e poco esigenti, con poca o scarsa volontà critica, incuranti di quanto “bevono”, spesso sfruttati da chi specula nell'ignoranza.

Il grande enologo Émile Peynaud ha riassunto con queste parole l'importanza della consapevolezza del consumatore nei confronti del vino: «Siete voi (consumatori) che in un certo senso fate la qualità. Se ci sono vini cattivi è proprio perché ci sono dei cattivi bevitori. Il gusto è conforme alla rozzezza dell'intelletto: ognuno beve il vino che merita».

Quanto espresso da Émile Peynaud potrebbe essere considerato - in modo superficiale - come una dichiarazione discriminatoria: in realtà è una sincera esortazione per i consumatori a divenire più attenti e critici, evoluti ed esigenti. E questa è una scelta. Non si tratta, semplicemente, di bere solamente vini buoni. Del resto, qualunque degustatore conosce il valore del vino meno buono, o perfino cattivo, come momento di importante studio. Si può definire e riconoscere il buono proprio grazie all'esistenza e al confronto con il cattivo. È un invito all'ascolto dei propri sensi e del proprio senso critico, un invito a non bere qualunque cosa che troviamo nel calice, e se proprio dobbiamo farlo, che sia fatto con senso critico e con consapevolezza.
In fin dei conti anche il gusto è una forma di cultura, fortemente condizionato dagli influssi sociali, storici, psicologici e comunque soggettivo. Ma è anche qualcosa che può essere coltivato, apprezzato, migliorato, ma soprattutto ascoltato con l'attenzione che merita.  La degustazione sensoriale, analitica e critica, è una pratica essenziale e importante per la coltivazione del gusto, per l'acquisizione della consapevolezza del “bere bene”. Bere bene significa, innanzitutto, rispetto per sé stessi, imparare a scegliere in modo responsabile e consapevole, rifiutare quello che è palesemente “cattivo” e spesso, purtroppo, viene proposto come “buono”.